Perché un fondo pensione?
Le proiezioni sull’andamento previdenziale in Italia prevedono che nei prossimi anni non si riuscirà ad ottenere una pensione che superi il 40/50% dell’ultimo stipendio. Per poter mantenere il proprio tenore di vita anche nel periodo della pensione è sempre più diffuso il ricorso ad accantonamenti volontari, destinati a costruire un reddito integrativo di cui disporre una volta raggiunta l’età pensionabile.
Il fondo pensione è quindi una forma pensionistica complementare per mezzo della quale si costituisce volontariamente un risparmio finalizzato a formare una rendita che affiancherà la pensione.
Tale fondo può essere creato sia da lavoratori dipendenti, che potranno scegliere di dirottare il TFR e/o costituire un accantonamento indipendente, sia dai lavoratori autonomi.
E’ possibile scegliere il tipo di investimento con cui formare il proprio fondo (obbligazionario, azionario, misto) in relazione alle proprie esigenze e al tipo di rischio che si vuole affrontare. La linea più sicura è quella obbligazionaria che garantisce al raggiungimento della pensione tutto il capitale netto versato e un rendimento minimo garantito. La linea più rischiosa è quella azionaria che, essendo legata all’andamento del mercato potrebbe realizzare il rendimento massimo ma potrebbe portare anche alla perdita di parte del capitale. Esistono infine varie linee miste, con un profilo di rischio più o meno alto in base alla percentuale investita nei due comparti.
L’importo da versare è scelto in base alla quota di reddito aggiuntivo che si vuole affiancare alla pensione e al tempo che manca al raggiungimento della stessa. A parità di quota aggiuntiva stabilita, maggiore è il tempo che ci separa dalla pensione, minore sarà il versamento necessario perché spalmato in un periodo più lungo. Per questo è consigliato iniziare da giovani, anche se la pensione sembra un problema lontano nel tempo.
Questa pensione complementare sarà corrisposta al raggiungimento dell’età pensionabile solitamente sotto forma di rendita o, in alcuni casi, in parte sotto forma di capitale e la parte restante sotto forma di rendita.
Il risparmio accantonato in un fondo pensione non può essere prelevato, se non in casi eccezionali tra i quali ricordiamo: il ricorso da parte del datore di lavoro alla mobilità o cassa integrazione che provochino un’inoccupazione superiore ai 12 mesi (riscatto parziale fino al 50% del capitale), acquisto prima casa (riscatto parziale solo se trascorsi 8 anni), invalidità permanente superiore al 30% (riscatto totale), necessità mediche del sottoscrittore o dei familiari, decesso del sottoscrittore (riscatto totale da parte degli eredi).
I contributi versati per forme pensionistiche complementari sono deducibili fiscalmente per un importo annuo massimo di 5.164,57 €.